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produzione
Teatro dell’Ortica / Gruppo Stranità

regia
Anna Solaro
di e con
gli attori del Gruppo Stranità
scenografie
CEPIM UniDown
luci e fonica
Davide Aloi
Danilo Spadoni


Come può la scienza psichiatrica trasformarsi in bellezza?
Nell’immaginario collettivo la psichiatria è zona di carcerazione, di emarginazione e di esclusione sociale. Lo spettro del manicomio, un ricordo ancora vivo nelle memorie, è il paradigma di questa vera e propria “bruttura” che coincide con la disumanizzazione e con la perdita d’identità. Eppure, un’altra bellezza è possibile: il sogno di luoghi di cura trasformati, in cui la gradevolezza degli ambienti diventa specchio e simbolo di un’attenzione verso la persona che un tempo non era neppure lontanamente concepibile.
Con L’altra bellezza il Gruppo Stranità vuole mostrare attraverso la rappresentazione teatrale come, grazie all’espressività corporea, le persone si trasformano, per passare dall’essere corpi di individui sofferenti ad espressione di bellezza interiore. Il linguaggio del corpo esprime emozioni, stati d’animo e sentimenti comunicando allo spettatore tutto il complesso mondo interno degli attori, coinvolgendolo nella scoperta di contenuti nuovi e inaspettati. Il teatro ci permette così di togliere etichette, creare un tessuto di empatia ed entrare in rapporto con chi vive una situazione di vita diversa dalla nostra, ma soprattutto ci consente di vivere quella diversità come un pezzo della nostra anima.