tratto da Animali di periferia” di Donatella Alfonso (ed. Castelvecchi)
adattamento teatrale di Mirco Bonomi
con   Mirco Bonomi e Antonio Carletti
regia di Giancarlo Mariottini

 

A partire dall’omonimo libro della giornalista e scrittrice Donatella Alfonso,  Mirco Bonomi e Antonio Carletti, diretti dal giovane regista Giancarlo Mariottini, ripercorrono la storia della Banda XXII Ottobre, gruppo della Sinistra extraparlamentare attivo a Genova tra il 1969 ed il 1971, attraverso il racconto dei protagonisti, coloro che, dopo aver scontato la pena per i reati commessi e oggi in libertà, hanno reso testimonianza dei fatti e dei motivi che li hanno portati a quelle scelte.

La Banda XXII Ottobre (nome dato al gruppo dagli organi di stampa e derivato da un biglietto ferroviario trovato addosso a Mario Rossi, uno dei maggiori esponenti del gruppo insieme a Gino Piccardo, Beppe Battaglia, Augusto Viel) è stata una delle primissime aggregazioni della lotta armata in Italia che fiancheggiò i Gruppi di azione partigiana costituiti dall’editore Giangiacomo Feltrinelli all’inizio degli anni Settanta, contemporaneamente alla nascita delle Brigate Rosse.
In quel particolare contesto alcuni militanti della 22 ottobre, il 26 marzo 1971 compirono una rapina a scopo di finanziamento ai danni del IACP (Istituto Autonomo Case Popolari), rapina che si risolse con l’involontario omicidio di Alessandro Floris, commesso che portava la borsa dei soldi obiettivo dell’azione. Il fatto, per puro caso immortalato da un fotografo dilettante, destò enorme clamore mediatico
La «banda» fu velocemente sgominata. Ma le indagini giudiziarie rivelarono lo scandalo di una connotazione politica di sinistra dei suoi appartenenti: giovani e meno giovani operai, portuali, marittimi, commercianti, quasi tutti militanti cresciuti all’interno del Partito Comunista, e, fatto alquanto imbarazzante, addirittura alcuni ex partigiani.
In un clima di isterica criminalizzazione gli imputati furono il centro di un linciaggio mediatico e perbenista che li voleva rapinatori balordi, spietati assassini, provocatori fascisti, sottoproletari alcolizzati, in una parola: mostri. Infatti furono loro comminati tre ergastoli e pene detentive di 650 anni.
Nel corso del processo a loro carico numerosi studenti e intellettuali della città riuscirono però a costruire un complesso lavorio di controinformazione su quanto era realmente accaduto e sui suoi retroscena culturali e politici. L’obiettivo, in parte riuscito, fu quello di ottenere per i protagonisti di quella vicenda il riconoscimento di una loro piena dignità rivoluzionaria. Di lì a poco, nel 1974, le Brigate Rosse rapirono Mario Sossi, già Pubblico ministero nel processo, chiedendo la liberazione dei militanti della XXII ottobre in cambio del suo rilascio (fatti recentemente riproposti dalla trilogia Gli anni spezzati nel film tv “Il giudice” con Alessandro Preziosi nella parte di Sossi). Le trattative non raggiunsero l’obiettivo dei brigatisti, che però, caparbiamente, lo ritentarono in occasione del sequestro di Aldo Moro, quattro anni dopo,.

L’importanza del libro della Alfonso e della messinscena di Teatro dell’Ortica, consiste nello spiegare l’origine della strategia politica della lotta armata che negli anni Settanta occupò nel nostro paese una rilevanza sociale primaria; un racconto che è un’occasione per rileggere gli anni ‘70 da una visuale particolare: quella di un gruppo di sconfitti, di emarginati, di animali di periferia – come loro stessi si sono definiti.

Un racconto per rileggere una Genova che non c’è più: il porto, la classe operaia e un periodo storico che ormai appartiene alla storia, ma che dalla storia è poco indagato.

Una storia vista dalle lenti non oggettive – magari deformate, ma sicuramente interessanti – di chi l’ha vissuta da protagonista.


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REPUBBLICA GENOVA | Lotta di classe e dintorni, gli “animali di periferia” dell’Ortica

IL MANIFESTO | ” Animali di periferia “, la storia è una foto in bianco e nero


 

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